“Con molta probabilità la prossima legge di bilancio non prevederà alcun investimento reale per i giovani, mentre si continueranno a penalizzare i pensionati. Occorre pagare meglio il lavoro per avere pensioni adeguate domani, e garantire la tutela del potere d’acquisto delle pensioni, per rispettare il patto tra Stato e cittadini”.
La Cgil ha lanciato l’allarme da tempo sui nuovi tagli alle pensioni.
Nel paese in cui l’età legale ed effettiva per andare in pensione è la più alta d’Europa, ai danni provocati dalle riforme previdenziali si aggiungono le mancate riforme del lavoro – che potrebbero essere finanziate da una vera lotta all’evasione fiscale.
“La previdenza pubblica ha iniziato ad andare in crisi nel fornire protezione a chi ne ha più bisogno”. Così Valentina Cappelletti, segretaria Cgil Milano, ai microfoni di RadioMarconi. “Le persone non lavorano abbastanza per versare i contributi sufficienti, e quando lo fanno generano redditi troppo bassi per avere una pensione sostenibile”.
“Non c’è un problema di sostenibilità economica – continua Cappelletti – ma di equità distributiva e quindi di giustizia sociale. In parte legato ad alcuni meccanismi propri della previdenza, in parte alla sedimentazione delle carriere lavorative. Se le carriere lavorative sono deboli, discontinue, con basse retribuzioni, il risultato è che la previdenza non riesce a riequilibrare le differenze che si creano nel mercato”.
“Il tema delle pensioni povere sarà sempre più stringente, quanto quello del lavoro povero”, ha commentato il direttore di Inca Cgil Milano Daniele Bandi, intervistato da La7.
E’ il caso, per esempio, delle addette alle mense che lavorano con part-time ciclico. Per queste persone un anno di lavoro non garantisce un anno di contributi.
La mancata re-indicizzazione delle pensioni è un insopportabile taglio al potere d’acquisto che impoverisce ulteriormente pensioni già a rischio povertà.