Sempre più la competizione sui mercati globali è fra aree metropolitane e la loro capacità di attrarre investimenti e funzioni qualificate.
La crescite e lo sviluppo rischiano però, se non governati, di accentuare disuguaglianze fra parti della società collocate nei settori alti dello sviluppo ( e delle professioni) e parti che rischiano di esserne emarginati.
Rischio che riguarda anche i territori con parti della città e molta parte dei comuni dell’area metropolitana, che scivolano nell’emarginazione, nell’essere sede di funzioni e lavori poveri e parti della città in cui si concentrano gli investimenti più innovativi e qualificati.
Se questa è la sfida, la necessità di governo di queste aree complesse è una necessità inderogabile. Pena perdere la sfida della competizione o pagarla con pesanti disuguaglianze sociali e territoriali.
Per il governo della città metropolitana la città capoluogo è troppo piccola e la regione racchiude anche aree profondamente diverse.
Serve un governo della città metropolitana che oggi l’istituzione che lo rappresenta non è in grado di svolgere.
Abbiamo per questo, nel nostro documento, non solo fatto una riflessione sulla realtà economica e sociale della città metropolitana di Milano, ma avanzato alcune proposte che abbiamo definito “il minimo indispensabile”.