Crolla l’export, si riducono gli ordini interni, cala il fatturato e rallenta la produzione industriale. In sintesi è la fotografia dell’economia milanese scattata dalla Cgil milanese e riportata dal segretario generale Luca Stanzione in un’intervista a L’Espresso. «È la prima volta dal post pandemia che tutti gli indicatori e i dati tendenziali sono negativi. Qualcosa si è rotto: il modello Milano sta entrando in crisi».
Nel secondo trimestre 2024 le ore di cassa integrazione autorizzate hanno sfiorato 4,5 milioni. Soffre soprattutto la manifattura: “Il 49 per cento della cassa integrazione è stato usato dalla metalmeccanica e non è un buon segnale perché questo territorio rischia di perdere la sua vocazione produttiva. Milano non può vivere solo di turismo, eventi e immobiliare, asset di sviluppo effimeri”. Che spesso generano lavoro povero. Mentre la metalmeccanica, legata alla ricerca, all’innovazione, al digitale è il settore che alimenta un sistema produttivo ricco e se va in crisi trascina con sé l’intera economia del Nord, come sta già succedendo.
“Ci sono – aggiunge Stanzione – molte risorse del PNRR che stanno arrivando nell’area metropolitana milanese e c’è un governo che non controlla quelle risorse, dove arrivano e come vengono spese”.
“E c’è un’azienda in provincia di Milano (SIAE Microelectronics) che in questo momento ha ricevuto fino a 15 milioni di euro del PNRR e non paga gli stipendi e fa la cassa integrazione. Le due cose stanno insieme. Ci deve essere un controllo delle risorse europee e una programmazione economica che generi lavoro di qualità”.