Sono saliti in quattro sulla gru, sopra la palazzina storico residenziale in via Silvio Pellico, ad un passo dal Duomo. In quattro hanno sfidato il freddo e l’altezza per protestare contro i mancati pagamenti degli stipendi da ottobre.
Tutto intorno si muoveva la città, le passeggiate dei turisti, i furgoni e i carrelli dei fornitori, le luci ancora spente in attesa di illuminare la serata di festa. L’area di via Silvio Pellico delimitata dai nastri della polizia, dai mezzi dei vigili del fuoco e dalla Croce Rossa.
Tutto strideva: le vetrine del lusso, i turisti che fotografavano e sopra, in alto, quattro vittime del sistema dei subappalti, quattro uomini senza soldi sul conto corrente. Quattro sopra la gru, ma sono 35 in tutto i dipendenti della ditta che non ha pagato.
“La committenza è uno dei grandi fondi di investimento che stanno operando sulla città, contribuendo alla narrazione della Milano che si sviluppa, ma che evidentemente lascia indietro gli ultimi della filiera, che poi sono quelli che mandano avanti le opere”. A dirlo Riccardo Piacentini, segretario generale Fillea Cgil Milano. “La protesta dei lavoratori evidenzia le enormi problematiche del settore edile e che a pagare sono sempre gli ultimi della catena dei subappalti, su cui si scaricano tutti i costi. Vogliamo che venga garantita a tutti i lavoratori la giusta retribuzione e la dignità del lavoro”.
Sono scesi, poi, verso le 13.30, dopo 5 ore al freddo e una lunga trattativa. “Si è proceduto a ottenere tutte le buste paga e gli IBAN dei lavoratori delle imprese di subappalto che non erano stati pagati – spiega Stefano Ferrario, funzionario Fillea Cgil Milano -. L’azienda appaltante deve effettuare un bonifico immediato di 1.000 Euro a titolo di acconto. Si rimanda a domani o al più tardi, tra lunedì e martedì, a una riunione dove si procederà al pagamento dell’intera somma dovuta a titolo di pagamento in solido per tutti i 35 lavoratori“.
“Il subappalto è uno dei principali problemi che abbiamo, dentro si annidano le marginalità”, ha sottolineato il segretario generale Cgil Luca Stanzione, arrivato sul cantiere. “Qui ci sono lavoratori che non ricevono lo stipendio, a pochi giorni da Natale, lavorando per un committente che è tra i più grandi investitori di Milano, tra i più grandi soggetti che in questi anni ha fatto profitti sulla trasformazione della città. Siamo di fronte a un fatto che chiama tutti alla responsabilità a partire dal legislatore, perché non c’è una normativa che freni il subappalto”.
Il Governo però lavora in direzione opposta: con le nuove norme del Codice degli appalti verrà meno la corretta applicazione dei Contratti collettivi nazionali di lavoro firmati dalle organizzazioni rappresentative, favorendo dumping, concorrenza sleale e riduzione di salari e tutele in salute e sicurezza. Oltre a favorire affidamenti diretti e senza gara, ampliare i subappalti, e abrogare il rating di legalità, un importante indicatore sulla reputazione delle imprese.
La Cgil chiede che si ritirino le modifiche al Codice. In caso contrario il Governo si assumerà una responsabilità enorme a danno di milioni di lavoratori.
Ma a chi importa degli ultimi? Le politiche del governo non vanno in questa direzione. Le aziende arretrano. I fondi di investimento avanzano. L’unico comun denominatore sembra essere il profitto.
Ieri, appena i 4 operai sono scesi dalla gru, mentre erano in corso le trattative tra sindacati e imprese di subappalto, nella palazzina i lavori di ristrutturazione erano già ricominciati.